Il Pipistrello

Ci hanno chiamati a leggere, a me e Baggia, in un locale a Milano che fuori c’era scritto Tisaneria. Già, solo a Milano gli può venire in mente di aprire un locale che fa solo tisane.

Arriviamo lì, in treno, poi metro, entriamo e la barista o tisanista, ci chiede dove ci va di piazzarci, con il pc, l’asta e il microfono.

Baggia trova un cantone e lo indica, la tisanista sorride e dice che l’unica cassa che hanno è quella dietro banco e il cavo dalla cassa al pc di Baggia è lungo venti centimetri.

Così facciamo la serata accatastati dietro banco, i baristi tutto uno zimme zomme avanti e indietro. Che poi, abbiamo scoperto era una tisaneria tanto come il bar dell’Andrella è un lounge bar, volavano birre e cocktailoni da tutti i cantoni.

Tanto che, finita di leggere Porko Parko, ci siamo dilungati, di qua dal banco, e per infilare l’ultimo treno diretto a Reggio, ci siamo dovuti far slungare in stazione, nella lesta, da un taxi.

Appena partiti da Reggio, che c’aveva la macchina Baggia, gli ho detto “Sarano dieci anni che non vado a trovare il Pipistrello, garantito che c’è anche Mareo ai dischi.”

E Baggia ha troncato su a destra, verso Pecorile.

 

Pre-Antazzardar (lettura)