Romma e Burasca

“Grazie Falca. Un cafetone ci rimette in sesto.”

“Ci hai fatto mettere la correzione?”

“Si capisce, vacca schifa.”

“E’ dolce che non si riceve.”

“Vuoi berlo schietto? Bevilo schietto se sei buono. È amaro come il fiele.”

“Romma”

“Oh”

“Oh, na merda.”

“Ma cosa c’hai che mi chiami ogni minuto?”

“Quell’uomo poi non si è rivisto in giro.”

“Chi?”

“Quell’uomo di stanotte.”

“Che uomo?”

“Quello che è passato nel bar di sotto, lì dal frigo, stanotte. Che te guardavi la televisione, spenta, e lui è passato.”

“Ma che uomo?!”

“Quello con la giacca rossa.”

“Te vai avanti con sta fola che vai bene Burasca. Ti ripeto che non è passato nessuno.”

“Ma io l’ho visto. Con la giacca rossa.”

“E io non l’ho visto!”

“Ma io si.”

“Chissà cosa hai visto te, sarà stato il barista, Tetego.”

“Ti ho già detto di no. Lui era di là, a lavare il cagatore.”

“Sta a vedere che adesso riattacchi con la fola di Cimsa e le allucinazioni!”

“Eppure…”

“Dio te manda. C’avessi la macchina vado da Cimsa a farmela spiegare io sta faccenda!”

“Sarebbe bene. Ma sei a piedi.”

“C’ho stondato quel muro in sasso, con la macchina.”

“Ormai mi ci sfiguro.”

“Ma va a cagare. Non sei neanche gonfio.”

“Però ho ancora il prurito in testa.”

“Te però bisogna che mi spieghi bene se il prurito ce l’hai in testa o dentro la testa.”

“Sulla testa. Però forse, anche dentro.”

Romanzo di Crinale (Romanzo)