A cordacorta

Avanzarono strisciando sotto le frasche, nel fogliame umidiccio e slisgoso. E venne l’ora degli scricchiolii.

“Maledissa che drizzone” Sbuffò Sidamo.

“Dai che siamo in cima.” Topacega arrancava un metro sopra, nell’orba salita come parete muraria inerbita di fresco.

“Ci vuole una luce.” Tranell rifiatò un attimo puntellando i piedi. Scaricò lo zaino dalla spalla e prese a frugarci dentro.

La bava di luce vomitata dalla torcia rischiarò un pianoro, stretto quanto un tavolino. I tre si buttarono a terra dopo la stremante arrampicata.

“Siam poi passati di qua da fare?” Sidamo rifiatava a fatica.

“Matrimonio quando va ai funghi, vien sempre là di qua” Garantì Tranell. “Fare tutto il giro dalla Ravinella ci vorranno due ore. Così si fa prima.”

“Vuoi che siano due giorni che è ai funghi?” Chiese Topacega. “Son due giorni, mica due ore. Matrimonio, più che altro, sta al bar.”

“Più su ci sono degli slarghi,” Tranell neanche considerò le parole dell’altro “Se è andato, è andato lì. Quelli laggiù,” Disse indicando il luccicare in paese “non sanno da che parte girarsi. Ma io so che viene sempre qua, quando va ai funghi.”

“E non è al bar.” Concluse Sidamo degli Scoticchi.

Tranell fece roteare un po’ la torcia in giro, il bosco crocchiava tutto come fosse fatto di biscotti secchi. “Ripartiamo” Sbuffò tirandosi in piedi.

(A cordacorta- Racconto)