15 Ago Il Creativo
Il Creativo Tirò le gambe sotto la sedia e si sporse avanti muovendo le manone. Un gatto delle nevi li spiava dal fondo dello stanzone, lama a terra, come un mostruoso insetto in agguato.
“Lo sa anche Cristo che io sono uno che pensa quello che dice, uno che dice quello che fa. Ma perché tutto sia lucido, voglio spiegarti. Sarei potuto andare giù a piedi, tagliando lì da Cà di Boieè, infilando il passaggio accanto alla volta e poi riprendere la provinciale fino alla Piaggna. Mi sono anche visto lì davanti la caserma a scampanellare. Poi mi sono cominciato a dire che magari i Carabinieri non c’avevano tempo. Poi mi sono detto che il Maresciallo Fumana non c’è neanche più. Allora mi sono visto che apriva il portone uno di quelli nuovi, quelli della SIO, e io stavo lì, zitto e mosca, perché a uno di quelli lì, tutta la vicenda, non gliela potevo mica rendere. Allora Undici, bisogna proprio che ti racconto, dal principio perché ti si schiarisca bene in testa la faccenda. È che, trovare un principio, non è mica facile.”
Undici sembrava stuccato di fresco, la sigaretta spenta in bocca, guardava il Creativo sbracciarsi con gli occhi di uno che ha perso la strada già dieci volte dopo solo tre passi.
“Mia moglie, ce l’hai presente, la Feroce, mia moglie. E’ sempre uscita poco la Feroce, te lo sai, ma di sicuro l’hai vista la Domenica dalla Falca, venire via con due pizze.”
Undici cercò di abbassare anche il volume dei pensieri, perché quel fatto, da come era partito, aveva una tensione da bomba a mano.
Vetroghiaccio (Romanzo post-post)